Lo svezzamento è un passaggio fondamentale nella crescita del bambino, segnando il momento in cui l’alimentazione si evolve dal solo latte materno o artificiale all’introduzione dei primi alimenti solidi. Questa fase non ha una tempistica rigida uguale per tutti, ma è importante seguire alcuni segnali che indicano che il bambino è pronto a esplorare nuovi sapori e consistenze.
Avvicinarsi a questo cambiamento con consapevolezza e gradualità aiuta a garantire un’esperienza positiva, evitando forzature e rispettando i tempi del bambino. Ma quando è il momento giusto per iniziare? Quali alimenti proporre per primi? E come riconoscere eventuali intolleranze o reazioni avverse?
Quando iniziare lo svezzamento
Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Società Italiana di Pediatria lo svezzamento dovrebbe iniziare intorno ai sei mesi di vita. Prima di questa età il latte materno o artificiale è sufficiente a coprire il fabbisogno nutrizionale del bambino.
Tuttavia, più che un numero fisso di mesi, è importante osservare alcuni segnali che indicano che il bambino è pronto per i primi assaggi:
- Riesce a stare seduto con un buon controllo del capo.
- Mostra interesse per il cibo, osservando ciò che mangiano gli adulti.
- Ha perso il riflesso di estrusione, ovvero la spinta automatica della lingua che impedisce di ingerire solidi.
- È in grado di afferrare oggetti e portarli alla bocca.
Se questi segnali compaiono intorno ai sei mesi, si può iniziare gradualmente l’introduzione di nuovi alimenti. Se il bambino non sembra ancora pronto, è possibile attendere qualche settimana senza forzarlo.
Quali alimenti introdurre per primi?
Non esiste un ordine preciso per l’introduzione degli alimenti, ma la raccomandazione generale è di partire con cibi semplici, facilmente digeribili e privi di sale e zuccheri aggiunti.
Tra le prime opzioni consigliate ci sono:
- Verdure cotte e schiacciate (carote, zucchine, patate)
- Cereali senza glutine (riso, mais) o con glutine (frumento, orzo, avena)
- Frutta frullata o schiacciata (mela, pera, banana)
- Legumi ben cotti e passati
- Proteine leggere come carne bianca, pesce magro e uovo ben cotto
L’introduzione dei nuovi alimenti dovrebbe avvenire in modo graduale, uno alla volta, a distanza di qualche giorno, per poter monitorare eventuali reazioni allergiche.
Svezzamento tradizionale o autosvezzamento?
Negli ultimi anni, accanto allo svezzamento classico, si è diffuso l’autosvezzamento, un approccio in cui il bambino partecipa ai pasti della famiglia scegliendo tra alimenti adatti alla sua età. Entrambi i metodi possono essere validi e la scelta dipende dalle esigenze della famiglia e dal bambino stesso.
L’importante è garantire sempre un’alimentazione equilibrata, evitando cibi a rischio di soffocamento come frutta secca, pezzi di carne dura o alimenti troppo piccoli e scivolosi (es. acini d’uva interi).
Come riconoscere intolleranze o reazioni avverse
Durante lo svezzamento è fondamentale osservare eventuali segni che possano indicare intolleranze o allergie alimentari. Tra i sintomi più comuni ci sono:
- Eruzioni cutanee o gonfiore (angioedema) dopo l’assunzione di un alimento
- Problemi digestivi come diarrea, vomito o stitichezza persistente
- Difficoltà respiratorie come tosse, broncospasmo e fiato corto
Se si notano reazioni sospette, è consigliabile interrompere l’alimento in questione e consultare il pediatra per valutare eventuali approfondimenti allergologici.
Affrontare lo svezzamento con serenità
Lo svezzamento non deve essere vissuto come una corsa contro il tempo o un momento di stress. Ogni bambino ha i suoi ritmi e non esiste una regola valida per tutti. L’importante è rendere l’esperienza positiva, evitando forzature e proponendo sempre un ambiente sereno durante i pasti.
Con un approccio graduale e rispettoso, questa fase può diventare un’occasione per costruire un rapporto sano con il cibo e favorire un’alimentazione equilibrata fin dai primi anni di vita.